La storia che vi raccontiamo oggi ha dell’incredibile e arriva dalla costa laziale, più precisamente nel territorio costiero che va da Latina a Sabaudia. Parliamo quindi di un territorio che in estate si popola di sdraio, ombrelloni, bambini che giocano, turisti locali e in generale di persone che scappando dall’afa della città trovando riparo in un contesto di tipo marittimo.

A volte però la natura può giocare brutti scherzi ed è proprio quanto accaduto in questo caso, dove le maree nel giro di poco tempo, mareggiata dopo mareggiata, si sono portate via buona parte del litorale. In termini scientifici questo fenomeno viene catalogato come un’erosione rapidissima ma in termini sociali questo processo rischia di avere effetti devastanti.

Basti pensare a chi grazie a quel territorio affascinante vive, come ad esempio albergatori, gestori di stabilimenti balneari, gelaterie, pizzerie e via dicendo, perché l’elenco potrebbe essere molto lungo. Considerata la difficile situazione che il Paese sta vivendo a causa dell’epidemia da Covid 19, questo rischia di essere un ulteriore dramma nel dramma per gli esercenti della zona. Il tutto senza riscuotere neanche troppa eco mediatica. Vi starete però chiedendo cosa c’entra in tutto questo l’Europa, lo scopriamo subito.

L’intervento delle istituzioni locali

Ovviamente le istituzioni locali sono intervenute tempestivamente. Il sindaco di Sabaudia Giada Gervasi e l’assessore all’ambiente Pio Tacconi hanno immediatamente convocato una conferenza a cui hanno partecipato anche: la Regione Lazio, un ente di controllo del territorio (Enea) e l’ente di gestione del Parco Nazionale del Circeo.

Non c’è stata quindi solo una coesione tra autorità locali ma soprattutto alla conferenza sono stati invitati anche i cittadini che potevano assistere grazie ad un collegamento streaming. Durante l’incontro le istituzioni hanno messo per iscritto l’importanza di procedere in due direzioni:

  1. Sviluppare delle misure di contrasto all’erosione;
  2. Avere accesso ai Fondi Europei.

Ecco allora che subentra il ruolo dell’Europa. In questo caso a differenza di quanto abbiamo raccontato di Atri o dell’Appennino Parmense i fondi devono ancora essere stanziati. Anzi a dire il vero probabilmente devono ancora essere richiesti attraverso la partecipazione a dei bandi.

La bella notizia però è che immediatamente, in modo tempestivo, davanti alla problematica (in questo caso enorme) istituzioni locali e cittadini hanno subito compreso che non potevano affrontarla, se non con l’aiuto dell’Europa. Ecco allora che questo modus operandi ci segnala che qualcosa sta cambiando, che cittadini ed istituzioni iniziano a vedere l’UE non più come un qualcosa di molto distante ma come un’entità che può intervenire nella loro vita.

La via da seguire

Oltre a reperire dei fondi vitali per portare a termine degli interventi ponderati, rivolgersi all’Europa significa anche dover offrire un piano di intervento programmato e ben strutturato. Così da rendere ancora più produttiva l’opera di ripristino e la ricerca di valide soluzioni tecniche, in grado di durare a lungo anche di fronte alla forza dirompente della natura.

Un dato interessante, emerso durante la conferenza, è quello relativo alla densità di queste aree in estate. Solitamente infatti su questi lembi di spiaggia in estate vi è una densità di 500/1000 persone al giorno. Un numero davvero importante che mostra tutta l’importanza di intervenire in modo tempestivo, con l’aiuto dell’Europa, sull’erosione.

Le risorse per finanziare questi interventi potranno arrivare, si spera in tempi rapidi, dai progetti presentati dalla Regione sul Recovery Fund, dai Fondi UE di Sviluppo e Coesione e da iniziative a carattere nazionale contro il dissesto idro-geologico. In generale siamo però al cospetto di un episodio negativo, il risultato un po’ inquietante dell’erosione (che ci ricorda anche in modo drammatico come l’uomo stia pericolosamente alterando l’equilibrio naturale dell’ecosistema). Certo, qualcuno mi dirà, l’erosione c’è sempre stata. Sì questo è vero, gli risponderei, ma mai in questi termini in quanto a velocità, tanto che un tempo non veniva neanche percepita dalle persone nell’arco della propria vita.

Comunque la nostra non è una rivista scientifica e ciò su cui ci vogliamo soffermarci è la risposta positiva ad un evento negativo. La capacità di una collettività di persone di guardare immediatamente all’Europa nel tentativo di individuare la soluzione ad una problematica che riguarda tutti, perché interessa il bene comune. Continueremo a seguire gli sviluppi della vicenda.

di Davide Bagnoli

Di Davide Bagnoli

Giornalista iscritto all'Albo dell'Emilia Romagna, collabora con varie testate ed è autore di due libri

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