Lo strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale può essere indicato anche con la sigla “NDICI” e si tratta di uno dei programmi che l’Ue ha proposto per il periodo di tempo che va dal 2021 al 2027.

Il progetto tra l’altro comprende anche alcuni fondi che appartenevano allo “strumento di vicinato” previsto per gli anni 2014-2020 e per quanto riguarda il suo finanziamento, questo si aggira intorno agli 89,2 miliardi di euro, anche se nel mese di maggio 2020 è stato proposto un incremento.

Strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale: che cos’è, i suoi obiettivi e la sua struttura

 

Lo strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale che l’Ue ha proposto per coprire il periodo 2021-2027, comprende diversi fondi.

Tra questi, il cosiddetto “FES”, cioè il fondo europeo di sviluppo, ma anche il fondo di garanzia per le azioni esterne, l’ENI, la cui sigla sta per “strumento europeo di vicinato”, ma non solo.

A questi si aggiungono anche il “DCI”, cioè lo strumento di cooperazione allo sviluppo, l’EIDHR, cioè lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani e l’IcSP, ovvero lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace. Fa parte della lunga lista anche l’SP, lo strumento di partenariato per la cooperazione con i Paesi terzi.

Per quanto riguarda gli obiettivi del programma NDICI, quello principale consiste nell’eliminazione della povertà e nella promozione della prosperità, ma anche dell’equilibrio, della pace e dello sviluppo sostenibile.

Riguardo invece la struttura dello strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale, questo risulta diviso in tre pilastri: quello geografico, quello tematico e quello di reazione rapida.

Il primo ha diversi compiti, come quello di occuparsi della parità di genere, dell’ambiente e della sua protezione, ma anche dei cambiamenti inerenti il clima, della migrazione e della sicurezza alimentare.

Il secondo invece, il pilastro tematico, ha lo scopo di coadiuvare il primo supportando la lotta per i diritti umani, ma anche quello di risolvere le problematiche della società civile, pensare alla democrazia e alla pace.

Il terzo invece mira a cercare di prevenire i conflitti, rafforzando il collegamento tra gli Stati membri dell’Ue, ma anche favorendo azioni rapide e risposte veloci ai cambiamenti e ai problemi nell’ambito della politica estera. È interessante anche capire come sono suddivisi i finanziamenti dello strumento NDICI, e come sono suddivise le cifre per ogni singolo pilastro.

La suddivisione dei finanziamenti

Per quanto riguarda i finanziamenti del programma NDICI, l’Ue ha stabilito che per il periodo 2021-2027 il bilancio a disposizione sarà di 89,2 miliardi di euro.

A maggio 2020 però l’Unione europea ha stabilito anche un’aggiunta di 86 miliardi di euro, grazie al fondo per le azioni esterne, mentre un ulteriore incremento, di un miliardo di euro, è entrato grazie all’istituzione del fondo europeo per lo sviluppo sostenibile.

Riguardo la suddivisione dei finanziamenti, questa dipende dai pilastri. Per quello geografico, il budget sarà di 68 miliardi di euro e il suo compito principale sarà quello di favorire la cooperazione tra Stati membri, ma anche con nazioni terze, come ad esempio quelle dell’Africa o altre che si trovano in una situazione di povertà.

Si precisa che i programmi geografici possono coinvolgere sia i Paesi del vicinato, sia quelli dell’Africa sub-sahariana, ma anche Stati dell’Asia, nazioni americane e Paesi caraibici.

Per quanto riguarda invece il pilastro tematico, questo prevede un finanziamento di 7 miliardi di euro e come accennato, si occuperà soprattutto di democrazia, stabilità, promozione della pace.

La sua suddivisione però prevede un’ulteriore divisione della somma totale, dato che alla sezione dei diritti umani e della democrazia sarà affidato 1,5 miliardi di euro, stessa cifra che sarà affidata alla risoluzione delle problematiche riguardanti la società civile.

Per il settore stabilità e pace ci sarà un miliardo di euro, mentre per le cosiddette “sfide globali”, la somma a disposizione sarà di 3 miliardi di euro. Tra le “sfide” rientrano problemi riguardanti l’istruzione, la migrazione, la salute, la parità di genere, la crescita inclusiva, la migrazione e problemi sociali, come la ricerca di occupazioni di lavoro che rispettino i diritti umani.

Tutti i programmi tematici inoltre potranno riguardare le nazioni terze e anche quelle oltremare.

Per quanto riguarda invece il finanziamento del pilastro di reazione rapida, la cifra totale stabilita dall’Ue è di 4 miliardi di euro e, come già indicato, si tratta di un programma che si occuperà di prevenire i conflitti e di trovare soluzioni rapide in caso di problematiche.

Tra i finanziamenti dello strumento NDICI, sarà presente però anche quello di 10,2 miliardi di euro, denominato “riserva supplementare di flessibilità”, con cui gli Stati potranno affrontare le situazioni di crisi o di emergenza.

Si aggiunge a questo anche un vero e proprio “Quadro per gli investimenti”, che sarà formato dal “Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile” e anche da quello per le azioni esterne, per una somma di circa 60 miliardi di euro aggiuntivi, che potranno essere investiti per sostenere le PMI e anche le micro imprese, ma anche per realizzare nuovi posti di lavoro, rendere più forti le infrastrutture sia pubbliche, sia private, ma non solo.

Si aggiungono a questi obiettivi anche quello di provvedere alla promozione delle energie rinnovabili, nonché all’agricoltura sostenibile, ma anche all’economia digitale.

Come saranno organizzate le spese

È molto importante sottolineare che il piano di organizzazione dello strumento di vicinato, sviluppo e cooperazione internazionale viene composto anche da un programma che riguarda le spese e il modo in cui dovranno essere svolte.

Precisamente un 20% della somma dovrà riguardare lo sviluppo umano, mentre il 25% dovrà essere speso per migliorare la situazione climatica del pianeta e per evitare il verificarsi di ulteriori cambiamenti climatici.

Il 10% invece sarà utile per eliminare le problematiche che riguardano le migrazioni non regolari, ma anche per realizzare delle condizioni che aiutino a creare un equilibrio in questo settore e promuovere sempre di più solo spostamenti regolari.

Si precisa inoltre che il 92% del programma NDICI dovrà essere rivolto allo sviluppo ed essere concentrato in un aiuto per i cittadini. Sicuramente si può affermare che lo strumento in questione è molto ampio e, come si è visto, comprende diversi progetti, si compone di diversi finanziamenti e soprattutto affronta varie tematiche.

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