Si sente sempre più spesso parlare di “Green pass”, ma anche di certificato verde o di certificazione verde. Le tre espressioni indicano lo stesso tipo di documento che servirà per poter viaggiare con una maggiore sicurezza.
L’obiettivo principale infatti per cui si è deciso di istituire quello “pass verde” è il fatto di evitare il più possibile i contagi.
Grazie a questa documentazione infatti sarà possibile mostrare, nel momento in cui si passa un confine regionale o nazionale, se si è vaccinati. Oltre a questo però saranno presenti all’interno del documento anche altri dati, sempre utili per evitare la diffusione dei contagi da Coronavirus.
Green pass: di che cosa si tratta e le novità stabilite dall’Unione europea a riguardo
Il Green pass può essere indicato anche con diverse espressioni, come ad esempio “certificato verde”, ma anche “certificazione verde”. Si è deciso di ideare questo documento particolare per permettere a tutti i cittadini del mondo di viaggiare in modo sicuro.
Dato che infatti il Coronavirus è ancora in circolo, per cercare di favorire la ripresa del turismo, l’Unione europea ha ideato questo certificato. Quest’ultimo dovrebbe diventare ufficialmente attivo a partire da giugno 2021, anche se sono tante le circostanze da chiarire.
La maggiore novità a quanto pare riguarda il fatto che si potrà ottenere in modo digitale, ma in realtà si cercando ancora delle conferme. Gli eurodeputati infatti devono ancora prendere delle decisioni ufficiali.
Tra queste, si pensa anche a un’altra grande novità, come il fatto di rendere gratuiti i test Covid. In questo modo infatti si eviterebbero discriminazioni per chi vuole ottenere il documento “verde”.
Non terminano qui però le caratteristiche di questa documentazione.
Le altre caratteristiche riguardanti il documento
Tra le altre caratteristiche che riguardano il documento verde, vi è anche quella relativa al QR Code, che dovrebbe essere presente per agevolare i controlli. Oltre a questo, nella documentazione non solo compariranno indicazioni riguardo le eventuali vaccinazioni svolte.
Da aggiungere a queste ultime infatti vi sono anche quelle realtive allo svolgimento di test per rilevare la presenza o l’assenza del Covid, ma non solo.
Oltre a questo, vi dovrebbe anche essere scritto se una persona è guarita dal virus oppure no. Il problema è che alcune decisioni sono ancora in cerca di conferma e tra l’altro c’è una questione relativa alla privacy.
Proprio quest’ultima ha fatto scoppiare delle polemiche, ma a quanto pare l’Unione europea sta prendendo decisioni per risolverle. Si mira infatti a tutelare tutti quanti i dati dei cittadini e soprattutto a eliminare ogni problematica riguardante le possibili discriminazioni.
Lo scopo del certificato in questione infatti è quello di aiutare il settore turistico a riprendersi, ma non solo. È anche quello di aumentare il livello di sicurezza dei viaggiatori e in più, come accennato, si vuole ridurre il più possibile il rischio dei contagi.