I Fondi Ue contro la crisi Covid sono diversi e valgono per tutti gli Stati membri che devono fronteggiare le conseguenze economiche e sociali della pandemia.
Va subito precisato che sebbene siano stati stabiliti finanziamenti che hanno come obiettivo primario proprio quello di provvedere al rialzo economico, soprattutto per le nazioni maggiormente colpite dalla crisi, tuttavia anche i Fondi Ue che mirano ad un semplice miglioramento economico o sociale possono essere di grande aiuto per combattere la crisi Covid, anche se non sono stati creati con il fine di fronteggiare quest’ultima.
Tra i Fondi utili per la ripresa inoltre sono presenti gran parte di quelli strutturali, ma anche il programma EU4Health e diversi finanziamenti destinati anche all’Italia, come ad esempio il Recovery Fund e il Fondo Sure.
Fondi Ue contro la crisi Covid: quali sono
I fondi Ue contro la crisi Covid fanno parte di diversi programmi stabiliti dall’Unione europea e gran parte di essi rientra nei Fondi Strutturali europei”, mentre altri rientrano nel piano denominato “Next Generation EU”.
Per quanto riguarda i primi, per fronteggiare le conseguenze della pandemia se ne segnalano alcuni in particolare, come il Fondo europeo di sviluppo regionale, indicato anche con la sigla “FESR”, poi il Fondo sociale europeo, conosciuto pure come “FSE”, il Fondo di coesione o “FC”, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale o “FEASR”, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca o indicato anche con “FEAMP”.
Sebbene questi ultimi due siano più specifici per il settore dell’agricoltura e quello della pesca, e anche se mirano a far rialzare economicamente questi due ambiti, duramente colpiti dalla crisi, tuttavia non sono specifici per quest’ultima.
Piuttosto, i primi tre sono più mirati per combatterla e tra l’altro possiedono obiettivi diversi. Si occupano infatti di migliorare un’ampia gamma di settori.
Il FESR infatti, oltre a promuovere un tipo di economia sostenibile, mira anche a sottolineare l’importanza delle innovazioni digitali e a sostenere le PMI, obiettivo fondamentale per aiutarle a risollevarsi dalle conseguenze della pandemia.
Anche il FSE ha questo obiettivo, ma i suoi aiuti sono indirizzati direttamente ai giovani, perché il fondo cerca di eliminare il problema della disoccupazione, formando nuovi posti di lavoro.
Molto importante anche il Fondo di coesione, che è un vero e proprio aiuto economico destinato a tutte quelle nazioni che hanno un reddito nazionale lordo pro capite inferiore del 90% a quello medio dell’Unione europea.
Se i Fondi strutturali europei non sono stati creati con l’unico obiettivo di fronteggiare la pandemia, ma saranno in ogni caso usati per sconfiggerla, il programma EU4Health è nato per l’esatto opposto.
Si tratta di un progetto che fa parte di un piano molto più ampio e chiamato “Next Generation EU”. In più EU4Health è conosciuto anche con la denominazione “Programma UE per la salute” e il suo obiettivo primario è quello di aiutare le nazioni dell’Unione europea a riprendersi dalla crisi pandemica, puntando su un miglioramento della sanità.
Oltre a questo, il programma in questione sarà valido non solo per il 2021, ma fino al 2027 e i finanziamenti stanziati dall’Ue per sostenerlo equivalgono a 5,1 miliardi di euro.
Tra i suoi fini principali vi è anche quello di rafforzare il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ma anche quello di realizzare una piattaforma che possa aiutare gli utenti ad informarsi riguardo l’evoluzione della pandemia o le istruzioni da seguire per evitare i contagi.
Importante poi anche lo scopo di monitorare continuamente le richieste di farmaci, in modo da evitare carenze e anche da evitare commerci illegali.
Non terminano qui gli strumenti che l’Ue ha messo a disposizione degli Stati per combattere la pandemia.
Gli altri aiuti dell’Ue contro la crisi pandemica e quelli per l’Italia
Un altro strumento che fa sempre parte del Next Generation EU è destinato a combattere la crisi provocata dalla pandemia: si tratta del cosiddetto “programma Recovery and resilience facility” chiamato anche “Strumento per il recupero e la resilienza”, dotato di 672,5 miliardi di euro per realizzare i suoi obiettivi.
Tra questi, il fatto di fronteggiare al meglio le sfide globali che colpiscono il pianeta e in particolare gli Stati dell’Ue: in primis la pandemia, ma non sono esclusi anche ulteriori fini, come quello della trasformazione digitale e della transizione verde.
Un altro fondo utile per combattere la crisi Covid è il fondo BEI, chiamato così perché erogato direttamente dalla Banca europea per gli investimenti e di cui anche l’Italia può usufruire, così come tutti gli altri Stati Ue che ne hanno bisogno.
Per quanto riguarda la penisola, è stato stabilito che 2 miliardi di euro del fondo saranno investiti per la Sanità italiana e 3,3 miliardi per le PMI, che possiedono fino a un massimo di 250 dipendenti.
A finanziare questi aiuti erogati dalla BEI sarà il cosiddetto “EGF”, cioè “European Guarantee Fund”, il Fondo di Garanzia europeo, che corrisponde a 25 miliardi di euro e finanzia i progetti relativi alla lotta contro la crisi Covid.
Tra l’altro l’EGF rimarrà attivo fino al 2021, anche se gli Stati membri dell’UE hanno la possibilità di prorogare la sua durata.
Un altro aiuto economico utile per risollevare l’economia dai problemi provocati dal Coronavirus e destinato all’Italia è il Recovery Fund, destinato sempre a tutti gli Stati Ue che ne avranno bisogno.
L’ammontare della cifra di questo finanziamento corrisponde ad un totale di 672,5 miliardi di cui 312,5 saranno erogati a fondo perduto e 360 invece saranno erogati sotto forma di prestiti.
Ulteriore fondo stabilito sempre per migliorare la situazione economica delle nazioni dell’Unione europea e di cui anche l’Italia potrà beneficiare è il cosiddetto “React-EU”, che consiste nell’erogazione di 47,5 miliardi di euro a fondo perduto utili per sostenere lavoratori, ma anche sistemi sanitari e PMI.
A questi si aggiunge anche il Fondo Sure, che corrisponde ad un prestito utile per finanziare le spese che lo Stato dovrà sostenere per finanziare la cassa integrazione, ma non è questo l’unico fine.
Tale finanziamento infatti mira anche a sostenere tutte quelle spese statali che serviranno per evitare che la nazione veda salire la percentuale di disoccupati.
Come si è visto, i fondi erogati dall’Ue per cercare di aiutare gli Stati membri a fronteggiare l’emergenza pandemica sono diversi e gran parte di essi lavora non solo sul lato economico, ma anche su quello sociale e persino su quello ambientale e digitale.