L’obiettivo specifico legato all’istruzione è da sempre una delle priorità dell’UE. Il suo raggiungimento costituirebbe uno dei più importanti traguardi europei per quanto riguarda la crescita economica e sociale. La strategia Europa 2020 aveva l’obiettivo di ridurre al 10% il tasso di abbandono dell’istruzione e della formazione tra i giovani dai 18 ai 24 anni. La raccomandazione del Consiglio del 2013 impegna gli Stati membri a garantire che tutti i giovani di età inferiore a 25 anni ricevano un’offerta qualitativamente valida di lavoro. Inoltre sono previsti anche una proposta di formazione, tirocinio e/o apprendistato entro un periodo di quattro mesi dall’uscita dal sistema d’istruzione o dall’inizio della disoccupazione. Nonostante molti stati avessero raggiunto l’obiettivo del 10%, nel 2016 soltanto il 45% dei giovani aveva adeguate competenze. La differenza è anche tra gli Stati Membri, per questo motivo l’UE lavora per rafforzare la cooperazione transnazionale
le principali problematiche e sfide per un’istruzione inclusiva e di qualità
Le sfide per migliorare l’istruzione a livello europeo nascono da diverse criticità. Un report della Commissione europea riporta che esiste una generale mancanza di strategie di cooperazione adeguate e poche indagini di valutazione. Le imprese e i centri di orientamento sono poco coinvolte attivamente nell’offrire tirocini post istruzione, venendo meno nell’opportunità di costruire ponti tra scuola e lavoro. Molti Stati mancano di approfondire, tramite specifiche indagini, le motivazioni a base dell’abbandono dell’istruzione. Le principali sfide che si pongono dunque concernono: la creazione di strategie sinergiche tra scuola, università, lavoro; analisi statistiche sulle categorie a rischio abbandono; rafforzamento di misure preventive. La raccomandazione del 2013 della Commissione Europea fornisce indicazioni agli Stati Membri su come prevenire l’abbandono scolastico. La prevenzione si basa sui percorsi utili a fornire un’istruzione di qualità e inclusiva, permettendo l’accesso alle categorie più deboli. Purtroppo le direttive sono applicate diversamente nei singoli Stati, lasciando di fatto un’ampia forbice tra gli stessi.
lo spazio europeo per l’istruzione
Lo spazio europeo per l’istruzione rappresenta uno dei punti chiave per stimolare la cooperazione transnazionale su questo obiettivo. L’idea nasce nel 2017 a Göteborg, in Svezia, durante un meeting tra leader europei sul vertice sociale. Questo obiettivo dovrà essere raggiunto entro il 2025 ed è stato dichiarato dalla commissione Europea il 30 maggio settembre 2020. L’esigenza di contrastare le disuguaglianze nell’accesso all’istruzione e la formazione, che la pandemia ha ampliato, ne hanno reso necessaria l’applicazione. Lo spazio è suddiviso in sei pillar: qualità, inclusione e parità di genere, transizione verde e digitale, insegnanti e formatori, istruzione superiore, dimensione geopolitica. Esso è rivolto agli studenti, agli educatori socio animativi e agli insegnanti. I sei pillar devono assicurare una cooperazione a livello di competenze, le pari opportunità, il multilinguismo, le competenze digitali per l’economia verde, la cittadinanza attiva..
possibilità nel programma erasmus plus
Il programma Erasmus, oltre alla mobilità, ha diverse priorità legate allo sviluppo delle best practices e alla trasformazione digitale. L’azione KA2 è dedicata ai partenariati di cooperazione e finanzia i progetti che mirano a sviluppare le competenze professionali, linguistiche, digitali e interculturali e civiche. Il target a cui è rivolto prevede specifici settori: giovani, scuole, formazione professionale, adulti, educazione superiore. I beneficiari possono essere tutte le organizzazioni pubbliche o private coinvolte nella formazione e istruzione. Il nuovo piano pluriennale 2021-2027 ha inserito una novità: i partenariati di piccola scala (small scale). Questi ultimi, anche se dispongono di un budget ridotto, rappresentano un’ottima opportunità per le organizzazioni che non hanno mai partecipato ad un progetto Erasmus o non sono mai stati finanziate dal programma. Possono partecipare anche altri partner fuori dall’UE, purché la loro compresenza dia un valore aggiunto al progetto. Il programma dunque si propone di costruire un’ Europa socialmente ed economicamente attiva e inclusiva.
di Ivan Sardella