Digital Services Act

Le piattaforme digitali devono cercare di proteggere al meglio i consumatori dalle truffe. La proposta dell’Ue a riguardo era arrivata già durante le prime riaperture in seguito al primo lockdown.

Il problema principale infatti è iniziato a partire dalla prima ondata di Coronavirus e continua ancora oggi. Molti consumatori infatti sono spinti da alcuni venditori ad acquistare elementi utili contro il Covid.

Tra questi, mascherine o detergenti, persino cure fittizie. Le piattaforme online devono prevenire tali truffe e garantire un maggior controllo, per evitare tutto ciò. A sostenere tale obiettivo è la Commissione europea.

 

 

Le piattaforme digitali devono proteggere i consumatori dalle truffe: lo stabilisce l’Ue

 

Le piattaforme digitali devono inasprire i loro controlli per evitare che ci sia il cosiddetto “sciacallaggio” sui prodotti da usare per la prevenzione dal Covid.

Molti consumatori infatti, soprattutto durante i periodi in cui i contagi erano elevati, hanno cercato di acquistare online diversi prodotti. Tra questi, la richiesta di mascherine e detergenti era molto elevata. Tuttavia, lo era e lo è esattamente quanto le truffe online.

Queste infatti risultano ancora molto diffuse purtroppo e in alcuni casi alcuni venditori spingono ad acquistare cure finte contro il Coronavirus. Tutto ciò deve essere ovviamente perseguito a norma di legge, ma non solo.

Lo scopo dell’Unione europea è quello di cercare di evitare che ciò si verifichi, ovvero che il consumatore arrivi a fidarsi di quelli che in realtà sono solo inganni.

Per questo, le piattaforme presenti in rete dovranno inasprire ancora di più i loro controlli. Per evitare tutto questo, i commercianti devono conoscere meglio le norme, vi devono essere più sanzioni e i consumatori devono essere più diffidenti.

In più l’Ue spinge anche questi ultimi a segnalare eventuali offerte non conformi alle normative vigenti e a contattare le autorità competenti.

 

Le altre proposte a riguardo

 

Le piattaforme online dovranno anche cercare di spingere il consumatore solo a link ufficiali e fonti autorevoli. L’ideale sarebbe riuscire ad individuare i siti non conforme alla legge, segnalarli e oscurarli. In questo modo, la truffa potrebbe essere bloccata prima che si diffonda eccessivamente.

Si precisa tra l’altro che sebbene queste proposte siano sorte soprattutto con il problema delle truffe inerenti il Covid, in realtà riguardano anche altri ambiti. Lo scopo è infatti bloccare tutte quelle che sono presenti sul web, anche se ovviamente non è semplice.

La Commissione europea già durante lo svolgimento della seconda ondata ha mantenuto contatti con le più famose piattaforme informatiche. Le maggiori hanno aderito alle sue proposte, evidenziando l’importanza di aumentare i controlli.

Ad essere d’accordo con le decisioni Ue sono Amazon, Alibaba/AliExpress, Facebook, Allegro, Google, CDiscount, Ebay, Microsoft/Bing, Rakuten, Verizon Media/Yahoo e Wish.

Tutte queste hanno già sottolineato mesi fa di aver rimosso milioni di offerte e anche di ads illegali, rimuovendo tale materiale. Hanno anche confermato il loro impegno a continuare a svolgere i controlli.

In più ad aderire a tale sistema saranno anche le piattaforme minori, che cercheranno di spronare i consumatori a non fidarsi di siti non ufficiali. In più si cercherà di realizzare campagne vòlte alla sensibilizzazione del consumatore, per spronarlo a capire che deve attenersi solo a dati ufficiali.

Come si è visto, l’Ue già mesi fa ha cercato di mantenere un certo contatto con le piattaforme più famose per risolvere la problematica. Per ora la via intrapresa è quella di favorire un controllo maggiore e anche sanzioni più pesanti.

Queste colpiranno tutti coloro che pubblicizzano materiale non legale, soprattutto farmaci mai approvati, detergenti non a norma, mascherine, fingendo che servano contro il Covid.

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