Il programma Ue Recovery and resilience facility stabilito dall’Ue è uno strumento che fa parte del piano Next Generation EU e ha come obiettivo principale il fatto di combattere e limitare le conseguenze negative provocate dalla crisi Covid, sia a livello economico, sia dal punto di vista sociale.

Indicato anche con la traduzione italiana “Strumento per il recupero e la resilienza”, ha a disposizione 672,5 miliardi di euro per far fronte ai suoi scopi.

Il programma Ue Recovery and resilience facility: che cos’è e quali sono i suoi scopi

Il programma Ue Recovery and resilience facility o “Strumento per il recupero e la resilienza”, mira prima di tutto a far fronte all’emergenza Covid e a cercare di limitare i danni che quest’ultimo ha provocato sia sul piano economico, sia per quanto riguarda il livello sociale.

Ulteriore scopo del progetto però è quello di delineare soluzioni utili per affrontare anche altri tipi di sfide globali e problemi che riguardano sempre diversi Stati Ue e Terzi.

Come ha esposto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, un altro fine del programma in questione è quello di trasformare l’economia europea, proprio per renderla più pronta per affrontare in modo vantaggioso diverse problematiche.

Tutto ciò è possibile, secondo Gentiloni, varando una serie di programmi nazionali e transnazionali che siano precisi e che vengano realizzati con il massimo impegno.

Tra le tematiche di cui il Recovery and resilience facility deve occuparsi vi sono quelle della trasformazione digitale, ma anche quella della transizione verde, la promozione di un’occupazione di tipo sostenibile e inclusiva, ma non solo.

A tutto ciò si aggiunge anche il compito di redigere piani per migliorare la coesione territoriale e quella sociale, nonché altri per rendere migliore la salute, ma anche l’istruzione.

I finanziamenti del programma, come accedere e come funziona

Per quanto riguarda anche i finanziamenti del programma, la cifra complessiva che l’Ue ha stabilito è pari a 672,5 miliardi di euro e di questi, 360 miliardi saranno erogati sotto forma di prestiti, mentre 312,5 miliardi di euro come sovvenzioni.

Per accedere a questo strumento, i Paesi devono presentare dei veri e propri “piani per la ripresa e la resilienza” che siano validi per quattro anni e che definiscano riforme e investimenti da adottare durante quel determinato periodo di tempo. In più questi ultimi dovranno essere messi in atto entro il 2026.

Dopo la fase della presentazione, la Commissione europea valuterà quali piani sono più consoni con gli obiettivi Ue e soprattutto controllerà quali sono quelli che seguono al meglio determinati criteri.

Tra questi, il fatto che per il 37% il piano presentato dovrà riguardare una spesa relativa al clima, mentre il 20% dovrà riguardare una spesa per la digitalizzazione.

Per quanto concerne invece i finanziamenti che il Recovery and resilience facility erogherà, si è già accennato che questi saranno sotto forma di sovvenzioni e prestiti.

Le sovvenzioni saranno erogate in base ad una valutazione della popolazione, del PIL pro capite e anche del tasso di disoccupazione. Questi criteri varranno soprattutto per l’erogazione di finanziamenti per le nazioni che hanno avuto maggiori problemi per la crisi causata dal Covid.

Oltre a questo aiuto, gli Stati potranno richiedere prestiti per poter realizzare investimenti e per poter mettere in atto le riforme stabilite dai piani presentati.

Precisamente ogni Paese potrà ottenere un prestito che non superi il 4,7% del suo reddito nazionale lordo. Tale limite tuttavia può essere sorpassato, nel caso ci siano situazioni di emergenza. Come si è visto, il programma Ue Recovery and resilience facility mira ad erogare finanziamenti agli Stati Ue per far fronte alla crisi provocata dal Coronavirus e anche per costruire un tipo di economia più resistente.

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