I programmi di cooperazione con i Paesi Terzi stabiliti dall’Ue sono diversi e tra questi possono essere indicati il cosiddetto “IPA II”, ovvero il programma di assistenza preadesione, ma anche “ENI”, la cui sigla sta per “European Neighbourhood Instrument”.
A questi si deve anche aggiungere il programma “DCI II”, cioè lo “Strumento di Cooperazione allo Sviluppo” finanziato dal fondo FES.
Tutti i programmi nominati sono attivi dal 2014 e lo saranno fino al 31 dicembre del 2020. Alla lista si aggiunge anche lo “Strumento di Partenariato per la cooperazione con i Paesi Terzi”, la cui sigla è “IP”. Ognuno di questi progetti corrisponde a obiettivi diversi, ma anche a finanziamenti diversi. Tra l’altro, sebbene i progetti siano differenti tra loro per caratteristiche, scopi e suddivisione, tuttavia presentano normative comuni, proprio perché tutti hanno come scopo principale quello di garantire la cooperazione tra Ue e altri Stati.
I programmi di cooperazione con i Paesi Terzi: cosa sono IPA II ed ENI e i loro obiettivi e finanziamenti
I programmi di cooperazione con i Paesi Terzi sono diversi e tra quelli precedentemente citati c’è l’IPA II, ovvero il programma di assistenza preadesione, per cui l’Ue ha stabilito un finanziamento di 11.698,67 milioni di euro.
Il programma tra l’altro è attivo dal 2014 e lo sarà fino alla fine dell’anno corrente. I suoi obiettivi riguardano il coinvolgimento degli Stati membri dell’Unione europea, ma anche di Paesi Terzi, per cercare di fronteggiare alcune sfide globali, come quella contro i cambiamenti climatici o a favore dello sviluppo sostenibile.
A questi scopi si aggiunge anche quello di cercare di aumentare la collaborazione tra gli Stati membri, in modo che le loro norme legislative e le loro politiche diventino sempre più conformi con l’Ue.
I programmi di cooperazione che quest’ultima sviluppa però non sono costituiti solo da IPA II, ma anche da ENI, la cui sigla indica lo strumento Ue per la politica di vicinato.
Il budget per questo programma è di 15,433 miliardi di euro e il suo obiettivo principale è quello di assicurare che sia gli Stati membri dell’Unione europea, ma anche i Paesi Terzi collaborino per promuovere principi importantissimi, come il rispetto dei diritti umani, ma anche lo stato di diritto, il buon governo e i principi dell’economia di mercato. A questi si aggiungono anche l’impegno per lo sviluppo sostenibile e inclusivo, ma anche per la democrazia.
Ulteriore scopo è quello di cercare di garantire una mobilità regolare e un’integrazione efficiente. Altro compito del programma ENI è anche quello di occuparsi di organizzare i finanziamenti per gli Stati vicini e concederli tramite programmi multinazionali o bilaterali, ma anche tramite quelli di cooperazione transfrontaliera.
Tra l’altro il 5% del totale della cifra erogata dall’Ue per finanziare questo programma di cooperazione con Paesi Terzi, viene affidato all’elaborazione di progetti inerenti la cooperazione transfrontaliera.
I programmi di cooperazione con i Paesi Terzi: cosa sono DCI II, FES, IP e i loro scopi e finanziamenti
I programmi di cooperazione con i Paesi Terzi sono anche DCI II, finanziato dal fondo FES, ma anche lo Strumento IP. Per quanto riguarda il primo, si tratta di una linea attiva sempre dal periodo che va dal 2014 fino al 2020 e il suo scopo principale è quello di occuparsi della politica di cooperazione dell’Ue con i Paesi in via di sviluppo.
Anche in questo caso si mira inoltre a collaborare con i Paesi Terzi per arrivare ad accrescere il ritmo dello sviluppo sostenibile, ma anche per promuovere lo sviluppo ambientale e sociale, nonché quello di valori e principi quali la democrazia, il rispetto dei diritti umani, lo stato di diritto e la governance.
Lo strumento in questione inoltre realizza i suoi obiettivi servendosi di programmi geografici, ma anche di programmi tematici o usando il “programma panafricano a sostegno della strategia comune”.
Merita una spiegazione a sé il fondo FES, il cui budget è di 30,506 miliardi di euro ed è anche conosciuto con la denominazione “Fondo europeo di sviluppo”.
Il suo compito primario è quello di favorire finanziamenti tra Stati membri e Paesi Terzi per promuovere la collaborazione tra loro, in particolare tra Ue e Stati dell’Africa subsahariana, quelli del Pacifico e dei Caraibi.
Fa parte dei programmi di cooperazione con i Paesi Terzi anche lo “Strumento di Partenariato”, conosciuto anche con la sigla “IP”. Attivo sempre dal 2014 al 2020, mira a sostituire lo Strumento “ICI”, ovvero lo “Strumento finanziario per la cooperazione con i Paesi e territori industrializzati e con altri ad altro reddito”.
Obiettivo primario di IP è di promuovere sempre la collaborazione tra Stati Ue e Terzi, lavorando però sulla politica interna e in particolare sul miglioramento dell’innovazione, della migrazione, della competitività.
Oltre a questo, mira a migliorare la sicurezza energetica dei singoli Stati, ma anche a lottare per il clima e l’ambiente.
L’IP, ma anche tutti gli altri programmi di cooperazione con i Paesi Terzi, mirano ad aumentare i collegamenti tra Ue e altri Stati, lavorando su progetti economici, ma anche sociali, culturali, scientifici, ma non solo.
Tali programmi mirano anche ad organizzare finanziamenti utili per le PMI e si muovono per promuovere dialoghi politici, ma anche attività di sensibilizzazione, di dialogo culturale e di scambio intellettuale.
A tutto questo si aggiunge anche lo scopo di aumentare la visibilità dell’Unione europea nei confronti dei Paesi Terzi.
Come si è visto, si tratta quindi di un tipo di collaborazione che comprende diversi settori, in modo da ottenere un rafforzamento nei collegamenti tra Ue e altri Paesi, che sia efficiente sotto tutti i punti di vista.