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L’Unione Europea è al lavoro per favorire una svolta green, garantendo la transizione delle attività economiche non sostenibili a quelle sostenibili. Una transizione verde, grazie alla quale si intende ridurre le disparità tra i vari Stati membri, al fine di aumentare la competitività e creare nuovi posti di lavoro sostenibili.

Green Deal, cos’è e principi di investimento

Il Green Deal europeo, ricordiamo, è un insieme di iniziative politiche portate avanti dalla Commissione europea con l’intento di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. A tal fine il Parlamento europeo ha deciso di approvare le proposte sul finanziamento della transizione verso attività sostenibili e neutre per quanto concerne le emissioni di carbonio. Venerdì 13 novembre, attraverso una risoluzione non vincolante sul piano di investimenti per un’Europa sostenibile, SEIP, e per il finanziamento del Green Deal, infatti, i deputati hanno ribadito che uno degli obiettivi del SEIP è quello di favorire la transizione dalle attività economiche non sostenibili a quelle sostenibili. In particolare la transizione verde dovrebbe incentrarsi sulla riduzione delle disparità esistenti tra gli Stati membri, purtroppo sempre più accentuate, e sulla promozione della competitività. Tale risoluzione è stata approvata con 471 voti a favore, 134 contrari e 83 astensioni.

Entrando nei dettagli, in base a quanto evidenziato con tale decisione dei deputati europei, gli investimenti pubblici dovranno rispettare il principio del “non arrecare un danno significativo”, sia dal punto di vista sociale che economico. Soltanto i programmi nazionali e regionali con il maggior potenziale dal punto di vista del raggiungimento di questi obiettivi dovrebbero ottenere degli investimenti pubblici. Proprio per questo motivo i deputati hanno sottolineato l’importanza di basarsi su degli indicatori di sostenibilità armonizzati e un metodo grazie al quale poter misurare l’impatto delle varie iniziative.

UE verso la neutralità climatica entro il 2050

In seguito all’impatto del coronavirus, sia dal punto di vista sociale che economico, inoltre, si è iniziato a pensare ad alcune misure volte a favorire il rilancio dell’economia. Ebbene, in tal senso è stato accolto con favore il fatto che il Piano dell’UE per la ripresa post Covid e i conseguenti piani nazionali siano basati sulla volontà di indirizzare l’Unione Europea verso la neutralità climatica entro il 2050, senza trascurare il raggiungimento degli obiettivi intermedi, fissati per il 2030. In questo modo, infatti, si intende assicurare la transizione verso un’economia circolare e neutra dal punto di vista delle emissioni di carbonio.

È stata chiesta l’eliminazione graduale degli investimenti pubblici e privati in attività economiche inquinanti, nel caso in cui si possa optare per un’alternativa economica. Allo stesso tempo si rispetta il diritto di ogni Paese di scegliere il proprio mix energetico, ribadendo l’importanza di preservare la competitività di tutti gli Stati membri. Per finire, vista l’attuale situazione economica a causa del Covid, è stata evidenziata la preoccupazione per il fatto che si possa dover fare i conti con una carenza di investimenti verdi e pertanto è stato chiesto di essere informati su come il nuovo bilancio a lungo termine dell’UE possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi del SEIP.

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