Importanti novità in arrivo da parte della Commissione Europea che ha di recente approvato la Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale. Quest’ultima è in vigore dal 1º gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2027. È stata approvata nel quadro degli orientamenti riveduti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale.
Approvata Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale
Questi orientamenti, stando a quanto si evince da una nota pubblicata sul sito della Commissione Europea, offrono la possibilità agli Stati membri di aiutare le regioni europee meno favorite a recuperare il ritardo accumulato. Ma non solo, anche di sostenere le regioni alle prese con una transizione o sfide strutturali, come lo spopolamento. Questo al fine di poter contribuire alla transizione verde e digitale. Tali orientamenti riveduti, inoltre, bisogna sapere che mantengono solide garanzie volte ad impedire agli Stati membri di utilizzare fondi pubblici per la delocalizzazione di posti di lavoro da uno Stato membro dell’Unione Europea a un altro. Un aspetto, quest’ultimo, che si rivela essere fondamentale per la concorrenza leale nell’ambito del mercato unico.
Regioni Italiani ammissibili: ecco di quali si tratta
Sempre in base a quanto si evince dal sito della Commissione Europea, sono rese note le regioni italiane ammissibili agli aiuti per investimenti a finalità regionale. Ma non solo, è indicata anche l’intensità di aiuto nelle regioni ammissibili. Quest’ultima consiste nell’importo massimo dell’aiuto di Stato che può essere concesso per ogni beneficiario. Tale dato indicato sotto forma di percentuale dei costi di investimento ammissibili. Entrando nei dettagli interesserà sapere che il 41,99 % della popolazione italiana sarà ammissibile agli aiuti per investimenti a finalità regionale. Tra queste si annoverano Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna che rappresentano il 32% della popolazione nazionale.
Quest’ultime rientrano tra le regioni più svantaggiate dell’Unione Europea, con un PIL pro capite inferiore al 75% della media europea. Sono pertanto ammissibili agli aiuti così come previsto dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera a), TFUE (le cosiddette “zona a”), con intensità massime di aiuto per le grandi imprese comprese tra il 30 % e il 40 %, in funzione del PIL pro capite della “zona a” di appartenenza. Ma non solo, sempre in base a quanto si evince dalla nota della Commissione Europea, l’Italia ha la possibilità di designare le cosiddette “zone c non predefinite” per un massimo del 9,99 % della popolazione nazionale. Tale designazione potrà aver luogo in futuro, portando con sé una o più modifiche della carta degli aiuti a finalità regionale recentemente approvata.