agroalimentare

L’Europa da qualche anno a questa parta è attiva nel sostenere gli agricoltori e le imprese che operano in contesti rurali e agricoli che hanno bisogno di nuovo vigore, dopo decenni di semi-abbandono. Per averne una dimostrazione e vederne un esempio eclatante, basterebbe attraversale la dorsale appenninica italiana, dove troviamo realtà molto complesse, inserite in contesti paesaggistici stupendi ma dove la popolazione è stata lentamente “costretta” o indotta a scendere in città in cerca di occupazione e di un nuovo tessuto sociale.

Tutto ciò ha creato Comuni che in alcuni casi sono arrivati a perdere 9/10 della loro popolazione negli ultimi 30 anni. Un abbandono massiccio che ha reso questi territori dei Comuni “fantasma”, con una conseguente perdita di servizi, spesso anche sanitari e sociale, e un crollo totale del valore degli immobili. I pochi che sono rimasti in queste zone sono per lo più anziani, anche per questo motivo l’UE ha attivato un sostegno importantissimo anche per queste zone che a volte purtroppo gli stessi aventi diritto ignorano.

Sostegno UE per agricoltori e imprese rurali

Partiamo col precisare che quasi tutti gli agricoltori dell’Unione Europea avrebbero diritto a ricevere un sostegno diretto al reddito, da parte dell’Unione Europea. Tutti hanno infatti la possibilità teorica di soddisfare i requisiti richiesti. In base a cosa vengono concessi questi fondi? Le principali alternative per gli agricoltura sono:

  • Pratiche agricole cosiddette ecologiche;
  • Sostegno all’incentivo di nuove tecniche di coltura;
  • Sovvenzioni in base alla superficie di terreno detenuto e coltivato nel rispetto della biodiversità;
  • I giovani agricoltori possono beneficiare dei fondi per avviare una nuova impresa.

Le pratiche ecologiche, come ad esempio la conservazione e la cura di prati permanenti o la diversificazione delle colture nel rispetto della natura, rappresentano circa 1/3 dei fondi stanziati al momento dall’UE. Anche la superficie di terreno in possesso di un agricoltore è oggetto in alcuni casi di stanziamento di fondi UE, purché venga associata ad una coltivazione che rispetti la biodiversità, la qualità dell’acqua e del suolo e limiti le emissioni nell’ambiente.

Le nuove tecniche di coltura vengono invece premiate dall’UE perché sono necessarie per ammodernare o riorganizzare le aziende agricole, in modo da migliorare indirettamente il tenore di vita nelle zone rurali. Quest’ultime hanno infatti il pregio di poter creare metodi di lavoro più sostenibili, di incentivare i posti di lavoro e di incrementare servizi considerati di base.

Quando invece un giovane intende avviare una nuova impresa di tipo agricolo, in queste aree, può beneficiare di fondi di sviluppo rurale per giovani agricoltori. I bandi a loro volta sono suddivisi per Regione, nei cosiddetti Programmi regionali di sviluppo rurale. Questa rappresenta una modalità di semplificazione nel presentare domanda ma i fondi sono comunque erogati dall’UE anche se la pratica passa attraverso la propria Regione di appartenenza.

Resta comunque molto spesso una difficoltà oggettiva per i cittadini di districarsi nella complessità di questi fondi e nelle non immediate modalità di partecipazione. Per questa ragione potrebbe essere una buona idea rivolgersi al nostro portale per essere messi in contatto con un esperto del settore e beneficiare di una consulenza.

Finanziamenti per le imprese

Le aziende agricole poi, oltre ad avere accesso agli specifici fondi derivanti dal Piano di Sviluppo rurale, possono anche rivolgersi ai “normali” fondi destinati in modo generico alle piccole e medie imprese. Questi possono assumere connotati tra loro differenti, come ad esempio:

  • Prestiti;
  • Macro-finanziamenti;
  • Garanzie;
  • Capitale di rischio.

Grazie a queste modalità ogni anno l’Ue sostiene circa 200 mila imprese. La concessione di questi fondi passa per gli istituti finanziari locali, ovvero le banche autorizzate, che possono così erogare dei finanziamenti aggiuntivi alle imprese. In questo caso vi sono però ovviamente dei costi e dei tassi d’interesse applicati, le cui condizioni dipendono dall’istituto finanziario erogante che fa da tramite tra la Banca Europea e l’azienda, permettendo un accesso al credito di quest’ultima.

Ogni impresa o azienda italiana ha diritto, facendo esplicito riferimento all’articolo 431 del regolamento dell’UE di veder presa in considerazione una richiesta di finanziamento e di ricevere un riscontro da parte degli istituti finanziari. In poche parole questi, se un’impresa chiede di avere accesso ad un prestito dell’UE tramite loro, sono tenuti a fornire delle motivazioni scritte in merito alla loro decisione di concedere o meno il credito.

I principali programmi in questo ambito sono: Cosme, InnovFin, l’acceleratore del CEI, Europa Creativa, EaSi e i Fondi strutturali e di investimento europeo. Nel proseguo della nostra rubrica approfondiremo queste singole componenti e le loro modalità di accesso.

Tirando le somme

In conclusione è evidente che l’UE ha avuto il merito di muoversi per cercare di sanare, o quantomeno ridurre gli svantaggi tutt’ora presenti in contesti definiti “svantaggiati”. Le aziende agricole possono quasi sempre, o per la loro posizione geografica o per i metodi virtuosi di produzione nel rispetto della biodiversità, avere accesso ai fondi europei. Molto resta però ancora da fare in materia di sensibilizzazione dei cittadini al riguardo.

Nessun aiuto potrà infatti risultare pienamente efficace se non viene adeguatamente recepito da chi ha il diritto di riceverlo. La sfida è proprio qua, soprattutto in vista dei nuovi piani di sviluppo che usciranno nel 2021. Il nostro portale si propone di fare la sua, seppur piccola, parte in questo processo di nuova acquisizione delle conoscenze e dei diritti dei cittadini e degli imprenditori europei.

Di Davide Bagnoli

Di Davide Bagnoli

Giornalista iscritto all'Albo dell'Emilia Romagna, collabora con varie testate ed è autore di due libri

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