Nel corso degli ultimi anni l’economia è stata messa a dura prova da tutta una serie di eventi che continuano, purtroppo, ad avere delle ripercussioni sulle finanze sia di famiglie che aziende. Diversi i settori che hanno dovuto fare i conti con un calo del fatturato. Proprio in tale ambito, pertanto, si rivelano particolarmente importanti gli interventi da parte delle amministrazioni, sia a livello nazionale che internazionale. A tal proposito, quindi, interesserà sapere che la Commissione Europea ha di recente presentato il riesame annuale della gestione della pesca nelle acque europee. Ma non solo, ha definito le priorità per il 2023. Ecco cosa c’è da aspettarsi.
In base a quanto si evince dal sito della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, in data 1 giugno è stata pubblicata la comunicazione “Verso una pesca più sostenibile nell’UE: situazione attuale e orientamenti per il 2023“. Entrando nei dettagli, quest’ultima presenta il riesame annuale della gestione della pesca nelle acque europee. Ma non solo, come già detto, stabilisce anche le priorità per il 2023.
Grazie ai dati ottenuti e oggetto di valutazione da parte di agenzie scientifiche indipendenti, è emerso che gli sforzi profusi per la conservazione stanno registrando importanti risultati. Ma non, la politica della pesca dell’Unione Europea ha contribuito a ridurre la pesca eccessiva nelle acque europee. La questione, però, non è del tutto risolta. Sono necessari, infatti, ulteriori interventi. Quest’ultimi volti a proteggere le risorse marine.
Sempre in base a quanto si evince dal sito della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, sulla questione è intervenuto Virginijus Sinkevičius. A tal proposito il Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, ha dichiarato: “Dopo molti anni di lavoro stiamo raccogliendo buoni frutti: più pesce in mare, in grado di raggiungere la maturità, meno carburante utilizzato durante le catture e utilizzo di tecniche con minore impatto ambientale“.
Per poi aggiungere: “I pescatori e le donne, in particolare le generazioni più giovani, sono ora più informati e disposti a seguire il parere della scienza, sia in merito alla quantità di catture che alla protezione delle specie sensibili. Dobbiamo perseverare con i nostri sforzi in tutti i settori, in particolare nel Mar Baltico e nel Mar Mediterraneo, e proteggere le specie e gli habitat sensibili in maniera più efficace; auspico che l’industria e gli Stati membri ci sostengano per raggiungere questi obiettivi“.
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