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Ue mira ad una banca comune dei dati: perché e di cosa si tratta

L’Ue mira ad una banca comune dei dati e con queste parole si intende indicare la presenza di nuove norme che sono state proposte dalla Commissione europea per la protezione delle informazioni personali, protezione indicata con la sigla “GDPR”.

Il motivo di queste novità riguarda il desiderio di voler rendere il più semplice possibile la condivisione delle informazioni e dei dati, in tutto il territorio dell’Unione europea, ma non solo.

Banca comune dei dati e nuove norme Ue: di cosa si tratta esattamente

L’Ue ha come nuovo obiettivo in termini di condivisione dei dati, una sorta di “banca comune dei dati”. Con quest’espressione si indica una serie di normative nuove riguardanti la governance delle informazioni che vengono condivise.

Oltre a questo, il nuovo regolamento mira alla realizzazione di uno spazio di dati comune da cui poter attingere questi ultimi. I titolari delle informazioni però non saranno mai obbligati alla condivisione, ma potranno sempre scegliere se condividere determinati dati o meno.

Tra i tanti obiettivi che questo programma prevede di raggiungere inoltre vi è sia quello di ottenere una quantità elevata di dati, che riesca a realizzare un quadro preciso e su cui fare affidamento, sia il fatto di aumentare la fiducia dei cittadini e delle aziende nel condividere informazioni.

Oltre a questo, le nuove norme sono indicate anche con la denominazione “Data Governance Act” e riguardano principalmente i dati sensibili non personali e l’attivazione di misure utili per garantire il loro uso, sempre però rispettando al massimo la privacy dell’utente.

Le regole da seguire sono rivolte soprattutto alle cosiddette “data intermediaries”, cioè tutte quelle aziende che dovranno gestire le informazioni che corrispondono all’oggetto delle normative nuove.

Per citare alcune tra queste norme, tutte le società che faranno da intermediarie per la condivisione de dati dovranno notificare direttamente alle autorità pubbliche la presenza di questo servizio.

Il controllo di quest’ultimo e del suo svolgimento viene poi affidato direttamente agli Stati membri dell’Ue e in più sarà affidato alla Commissione Ue una sorta di registro in cui verificare quali aziende rispettato le leggi e quali no.

Le novità però riguardano anche la condivisione dei dati sensibili non personali con Paesi terzi, cosa che sarà controllata costantemente dalle autorità.

Cosa comprende il nuovo regolamento

Tra le tante misure comprese nel nuovo regolamento vi sono quelle mirate ad accrescere il livello di fiducia delle persone nel condividere i dati, ma anche quelle inerenti al rispetto della neutralità degli intermediari durante la condivisione delle informazioni.

Oltre a queste novità, vi è anche quella che permetterà al settore pubblico di poter attingere da questa sorta di “banca comune dei dati” di poter riutilizzare questi ultimi, ad esempio per fini sanitari.

Si è stimato inoltre che entro il 2028, le normative proposte dall’Ue dovrebbero far entrare dai 7 agli 11 miliardi di euro nel territorio europeo.

Lo scopo più importante del nuovo regolamento è quello però di realizzare appunto una “banca comune”, cioè una sorta di piattaforma di dati comune a tutto il territorio dell’Ue, che potrà garantire alle imprese e alle amministrazioni pubbliche di condividere le informazioni, per un bene comune, per nuove scoperte, per fare ricerche e quindi per garantire un progresso.

Giada Fiordaliso

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