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Programma Ue antifrode per il 2021-2027: come è formato e quali sono i suoi scopi

Con l’espressione “Programma Ue antifrode per il 2021-2027” si indica una proposta di finanziamento presentata dall’Ue e che equivale a 181 milioni di euro.

Tale cifra potrà essere usata dagli Stati membri dell’Unione europea per fronteggiare tutte quelle spese utili per la lotta contro le frodi.

Gli obiettivi del programma in questione però non si esauriscono con questo appena indicato, anche perché si suddividono in ulteriori altri e coprono una fitta rete, al fine di limitare il più possibile i danni e le irregolarità inerenti il bilancio delle nazioni Ue e la corruzione.

Programma Ue antifrode per il 2021-2027: di che cosa si tratta esattamente e i suoi obiettivi

Il programma Ue antifrode fa parte delle proposte dell’Unione europea per l’arco di tempo che va dal 2021 e che termina con il 2027. Si tratta di un progetto molto importante perché volto a combattere la corruzione e tutti gli elementi irregolari che potrebbero colpire il bilancio di uno Stato membro.

I 181 milioni di euro che l’Ue metterà a disposizione degli Stati serviranno per diversi obiettivi. Tra questi il fatto di finanziare tutte le attività utili per formare esperti nel settore antifrode o per ampliare le conoscenze dei professionisti che lavorano già in tale ambito.

Si aggiunge poi anche la possibilità di favorire lo scambio sia di conoscenze, sia di informazioni tra tutti coloro che ricoprono un ruolo di autorità antifrode e in più si cercherà di provvedere che tale scambio avvenga in tutto il territorio Ue.

Lo stesso concetto vale anche per la diffusione delle pratiche anticorruzione, al fine di aumentare il più possibile il livello di cooperazione transnazionale. I fini del fondo in questione però non consistono solo in quelli indicati, ma sono anche altri.

Gli altri scopi del fondo Ue antifrode e come vengono suddivisi i suoi finanziamenti

Tra gli altri obiettivi del programma Ue antifrode previsto per il 2021-2027 vi è anche quello di finanziare i dispositivi tecnologici che potranno servire per svolgere le indagini anticorruzione, ma non solo.

Ulteriori finanziamenti serviranno anche per poter ottenere un numero sufficiente di cani da fiuto e per avere tutti gli strumenti e le apparecchiature utili per effettuare anche i controlli alle frontiere.

In più la somma in questione potrà anche essere necessaria per poter rendere più sicuri gli accessi ai sistemi di informazione e di condivisione dei dati, in modo che in automatico saranno segnalati eventuali movimenti sospetti e illegali.

In questo modo si riuscirà a tutelare l’intero territorio dell’Unione europea dal punto di vista finanziario e in più si sosterrà anche la mutua assistenza degli Stati membri, così come la loro cooperazione nella lotta antifrode.

Tra l’altro tutti gli obiettivi del programma serviranno anche per aiutare gli Stati membri dell’Ue ad applicare in modo corretto le norme inerenti il sistema doganale e delle frontiere.

Per quanto riguarda invece la divisione del finanziamento previsto, quindi dei 181 milioni di euro, le parti in cui si suddivide sono 3. La prima riguarda 114,207 milioni di euro e sarà utilizzata per segnalare azioni di corruzione e frodi, ma anche per prevenire la loro presenza e per combattere tutto ciò.

La seconda invece, consistente in un totale di 7 milioni di euro, sarà utile per segnalare le eventuali irregolarità e la terza, di 60 milioni di euro, servirà per garantire tutti quegli strumenti utili per permettere che avvengano gli scambi di conoscenze e di informazioni.

Come si è visto, si tratta quindi di un programma suddiviso in più parti, al fine di coprire tutte le sfaccettature del settore, per poter garantire la massima sicurezza su ogni fronte ed evitare frodi.

Giada Fiordaliso

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