Tra le norme Ue, quelle che riguardano il benessere degli animali sono da decenni giudicate come troppo generiche. Già negli anni ’80 infatti è emersa tale problematica e anche se oggi si sono verificati dei miglioramenti a riguardo, tuttavia ci sono ancora dei problemi.
La pandemia tra l’altro ha acuito la necessità di rivedere determinate norme e in particolare quelle sul benessere degli animali da allevamento. A sottolineare questo è stata Ines Ajuda, leader di “Eurogroup for Animals” e del programma sugli animali da allevamento.
Le norme Ue sul benessere degli animali e in particolare quelle sul benessere di quelli d’allevamento, sono diverse. La maggior parte si concentra su questioni come giusta alimentazione, ma anche il giusto spazio per loro, ma non solo.
A queste infatti si aggiungono anche quelle che concernono la limitazione di danni per questi animali. Oggi le leggi a riguardo stabilite dall’Unione europea sono presenti, ma le problematiche sembrerebbero essere presenti nel momento in cui si devono usare a livello pratico.
La maggior parte della legislazione ha come scopo il fatto di provvedere al benessere degli animali su ogni livello, quindi sia quello fisico, ma anche quello mentale. In più si mira anche a cercare di mantenere il più possibile il loro comportamento naturale.
Le caratteristiche delle norme in questione però non terminano qui.
Tra le caratteristiche delle leggi per il benessere degli animali da allevamento sono diverse. Tali leggi si basano soprattutto su vecchie norme, stabilite dal 1965 dall’OMS, quindi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quest’ultima infatti, già decenni fa, si era pronunciata con una determinata legislazione per regolare il processo relativo all’allevamento.
Nonostante questo, tali norme possono essere interpretate male e questo potrebbe compromettere persino il benessere degli animali.
Le vecchie norme riguardavano libertà di quest’ultimi dalla fame, dalla sete, dalla paura, dal disagio, dallo stress, dal dolore e dalle malattie, libertà di comportarsi secondo la loro natura.
Queste leggi però, secondo Ines Ajuda, leader di “Eurogroup for Animals” e del programma sugli animali da allevamento, dovrebbero essere precisate e riviste. È proprio qui che il ruolo dell’Unione europea entra in gioco, in quanto tramite il Green Deal, si stanno compiendo importanti passi sul settore in questione.
Uno di questi è il programma “Farm to Fork”, che mira a sottolineare l’importanza di un tipo di agricoltura sostenibile e quindi di un’alimentazione sana. Tutto ciò è collegato anche a norme riguardanti l’allevamento.
Oltre a questo, uno degli obiettivi di Farm to Fork riguarda anche la riduzione di antibiotici per animali da allevamento, proprio per migliorare il loro benessere. L’Unione europea mira quindi a migliorare la legislazione riguardante gli animali e anche i prodotti importati ed esportati, in modo da migliorare sia le loro condizioni, sia la salute di chi li consuma.
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