Le Istituzioni e gli organismi

Intervista a Marco Carlomagno, segretario generale della FLP

Il segretario generale della FLP (Federazione dei lavoratori pubblici) ha rilasciato un’intervista presso il media online unioneuropea.it il 18/02/2022, realizzata dal giornalista Davide Bagnoli. Alla prima domanda riguardo l’apporto che i fondi europei hanno potuto dare alla comunità italiana, il segretario risponde in maniera puntuale, sottolineando le grandi potenzialità verso questo distributore di ricchezza, criticando allo stesso tempo la scarsa partecipazione dell’Italia. Infatti, dati della Corte dei Conti alla mano, il nostro Paese è ultimo per quanto riguarda l’approvvigionamento di questi fondi. Eppure, in quelle poche realtà dove essi sono stati maggiormente impiegati, come le scuole, essi hanno dato benefici.
Carlomagno, con dovizia di esempi, cita i programmi educativi scolastici, come l’educazione alimentare. Egli sottolinea l’importanza e il beneficio che tale programma ha sulla comunità sia in termini di salute, che in termini di valorizzazione della nostra eccellenza agroalimentare. Molto sagacemente e con uno sguardo verso il futuro, il segretario, durante tutta l’intervista, preme molto sulla necessità che i fondi strutturali diventino un veicolo di ricchezza.
Tuttavia, uno degli ostacoli maggiori risiede in una mancanza di competenze e conoscenze da parte delle PA e dei cittadini. Occorre infatti una formazione specifica sui fondi europei relativa alla progettazione e alla rendicontazione. Oltre alla competenza sull’utilizzo, essi devono essere integrati nelle PA e nelle aziende, sedi in cui occorrono figure tecniche specializzate. Difatti, l’Italia soffre ancora, a livello imprenditoriale, di una sorta di provincialismo e chiusura, che porta le PMI e le piccole realtà locali (estremamente diffuse in Italia) a vivere una stagnazione di prassi gestionale-economica i cui effetti, soprattutto con la crisi pandemica, sono stati devastanti. Tali fondi vengono prevalentemente utilizzati dalle grandi aziende per scopi individuali. In tale contesto, i fondi sono spesso intercettati da grandi aziende che ne fanno un uso individuale. Invece, essi potrebbero essere struttati per creare occupazione e valorizzare le eccellenze e i talenti giovanili, che spesso sono costretti ad emigrare a causa di condizioni lavorative molto poco stimolanti.
Il sistema farraginoso economico-normativo che orbita intorno a questi fondi limita l’accesso informativo anche ai cittadini, che non di rado ignorano il significato dei fondi europei, trattandoli con superficialità. In più occasioni, Carlomagno parla di ‘semplificazione’ su queste tematiche. Per quanto riguarda le PA, il segretario lamenta la scarsa formazione sui fondi da parte dei pubblici uffici, a differenza di Paesi come la Spagna, dove invece hanno investito in questo tipo di formazione dei dipendenti delle PA. In conclusione, Marco Carlomagno intuisce il grande salto verso lo sviluppo economico di cui potrebbe beneficiare la nostra comunità, a patto che i fondi siano conosciuti e soprattutto integrati nelle mission politiche e imprenditoriali, andando innanzitutto ad implementare le competenze necessarie per il loro utilizzo.
Aggiungeremo che, indirettamente, egli allude alla professione del progettista europeo quale snodo essenziale per l’accesso a tali fondi. Ad oggi questa è una figura lavorativa poco conosciuta e tutelata, nonostante la delicatezza e necessità del suo ruolo.
Le parole formazione e informazione devono costituire la base per i fondi europei. Oggi con il PNRR noi abbiamo un’importantissima opportunità di sviluppo in termini di investimenti e miglioramento delle competenze, non ci resta che sfruttarla. Per quanto riguarda la formazione, non possiamo non considerare la possibilità di creare sinergie con il programma Erasmus Plus, in particolare con le possibilità di finanziamento offerte dal settore VET. Carlomagno con l’occhio critico di chi legge le opportunità all’interno delle criticità, nella sua intervista lascia trapelare che il futuro è a portata di mano grazie all’UE, sta a noi saperlo cogliere. In questo, i media possono darci un notevole aiuto.

 

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