Eurozona

E-commerce: Ue obbliga chi vende beni e servizi a dichiarare il loro reddito

Le ultime decisioni Ue che concernono gli e-commerce sono ben precise e riguardano l’obbligo di dichiarare i redditi. Questo significa che a partire dal 2023, le piattaforme digitali dovranno rendere noti i redditi. Precisamente, la pubblicazione di questi ultimi dovrà riguardare sia i guadagni di chi vende i beni, sia di chi vende servizi.

Proprio negli ultimi giorni il Consiglio Ue hanno sottolineato ulteriori dettagli per tali decisioni su cui è opportuno approfondire. In più l’obiettivo di queste novità è quello di porre un freno all’evasione fiscale, soprattutto a quella svolta tramite piattaforme presenti in rete.

 

E-commerce: le caratteristiche delle nuove decisioni Ue a riguardo

 

Gli e-commerce e le piattaforme digitali dovranno attenersi a delle importanti novità stabilite dall’Ue. Queste sono state prese per cercare di lottare contro l’evasione fiscale che avviene tramite sistemi presenti nella rete.

Per la precisione, il problema consiste nel fatto che i gestori di piattaforme presenti sul web non dichiarano il loro reddito, soprattutto quando operano attraverso più Stati.

In questo modo, ricade un certo svantaggio soprattutto sulle imprese di tipo tradizionale. In più, si rischia di non far pagare le imposte proprio ai gestori in questione. Di conseguenza, per evitare la diffusione di questa problematica, il Consiglio Ue ha preso misure in merito.

Si è deciso infatti che vi sarà l’obbligo, per i gestori in questione, di comunicare tutti i redditi ottenuti da quei clienti attivi sulle loro piattaforme. Questo significa che tutti coloro che vendono beni e servizi sul web sono tenuti a dichiarare il loro guadagno.

Sono presenti però anche altri importanti dettagli a riguardo.

 

Le altre caratteristiche della decisione Ue

Le normative nuove si dovranno applicare, come ha specificato l’Unione europea, a partire dal 1° gennaio 2023. A cominciare da tale data, tutte le autorità che lavorano nell’ambito fiscale dovranno controllare i redditi delle piattaforme digitali.

In più, le novità legislative in questione mirano anche a migliorare la comunicazione tra uno Stato dell’Ue e un altro, ma non solo. Oltre al miglioramento dello scambio delle informazioni, vi sarà anche un maggior numero di controlli.

A tutto questo poi va aggiunto anche il discorso sulle sanzioni. Per tutte quelle nazioni che infatti non riusciranno a rispettare le normative in questione, vi saranno provvedimenti.

In più gli Stati sono obbligati a pubblicare, entro il 31 dicembre 2022, tutte le disposizioni della legge che dovranno adottare. In questo modo, tutti potranno adeguarsi per rispettarle.

Sembrerebbe che tra le maggiori sanzioni che potrebbero essere decise, vi è la sospensione della presenza sul mercato. Riguardo ciò però non vi è ancora nulla di certo.

Per quanto riguarda i soggetti privati invece, un venditore dovrà fornire le indicazioni sul reddito fino a un massimo di due solleciti. Se dopo questi ultimi non avrà fornito tutti i dati previsti dalla legge, il gestore della piattaforma potrà prendere provvedimenti.

Questi possono anche riguardare la chiusura del conto del venditore e a questo può aggiungersi l’impossibilità di farlo nuovamente registrare sulla platform. Questo significa che il venditore non potrà nemmeno effettuare una nuova registrazione su quella piattaforma.

In alternativa, sembrerebbe che il gestore di quest’ultima possa anche trattenere il denaro che spetterebbe al venditore che non dichiara il reddito. Può farlo precisamente fino a quando chi vende non fornirà tutte le informazioni richieste. Tutto questo però deve ancora essere confermato dall’Ue, anche se sembrerebbero essere proprio queste le decisioni sulle sanzioni.

Come si è visto, ormai anche chi vende beni e servizi digitali dovrà attenersi a regole ferree per dichiarare il suo reddito.

 

Giada Fiordaliso

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