In un mondo sempre più all’insegna della globalizzazione come quella attuale, siamo ormai sempre più abituati a comunicare con persone e aziende che si trovano anche molto distanti da noi. Proprio in un contesto come quello attuale, quindi, prende il via il bando per lo sviluppo di un programma strategico di ricerca, innovazione e attuazione di una tabella di marcia volta a raggiungere la piena uguaglianza del linguaggio digitale in Europa entro il 2030.
L’Unione Europea vanta 24 lingue ufficiali, con molte lingue regionali. A queste si aggiungono quelle delle minoranze, dei migranti e di importanti partner commerciali internazionali. A tal proposito bisogna sapere che diversi studi hanno riscontrato un notevole squilibrio in termini di tecnologie del linguaggio digitale. Il motivo? Solo poche lingue, come inglese, francese e spagnolo, sono ben supportate nel dominio digitale. Dall’altro canto, invece, più di 20 lingue ufficiali, nonché lingue regionali e minoritarie vengono ritenute a rischio di estinzione digitale.
In tale ambito si annovera l’importanza delle tecnologie europee del linguaggio umano che hanno il potenziale di riuscire a superare questo divario linguistico nell’ambito digitale. A tal fine, però, si rivela necessaria un’agenda strategica di ricerca e implementazione, ovvero SRIA. Ma non solo, anche di una tabella di marcia che definisca strumenti, processi, azioni e attori che devono essere coinvolti. Ebbene, proprio per favorire l’uguaglianza del linguaggio digitale in Europa, la Commissione Europea ha deciso di pubblicare un bando ad hoc.
Quest’ultimo è volto a favorire il raggiungimento di tale obiettivo entro il 2030. Per questo motivo intende finanziare un progetto pilota basato sui risultati ottenuti nell’ambito del programma di lavoro 2020, in particolare in merito al SRIA. La dotazione finanziaria complessiva è pari a 1 milione di euro. I soggetti interessati hanno tempo per inviare le candidature entro il 6 gennaio 2022. Le proposte, ricordiamo, possono essere inviate da organizzazioni senza scopo di lucro, sia private che pubbliche. Ma anche autorità pubbliche, organizzazioni internazionali, università, centri di ricerca ed entità a scopo di lucro. La durata massima del progetto è di 12 mesi, con le attività che non inizieranno prima del 1° luglio 2022.
Entrando nei dettagli, così come si evince dal sito della Commissione Europea, tra gli obiettivi del progetto pilota si annoverano:
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