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Sostegno del Fondo di solidarietà UE dopo le inondazioni in Baviera, Baden-Württemberg e Valle d’Aosta
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L’assistenza coprirà parte dei costi delle operazioni di emergenza e recupero
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I deputati chiedono di aumentare gli aiuti dell’UE visto il crescente numero di catastrofi naturali in Europa
I deputati hanno approvato oltre 116 milioni di euro di aiuti del Fondo di solidarietà UE per sostenere Germania e Italia dopo le inondazioni del maggio e giugno 2024.
Il pacchetto di aiuti è stato approvato mercoledì con 660 voti favorevoli, 11 contrari e 4 astensioni.
I 116 031 553 euro di aiuti del Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea (FSUE) saranno ripartiti come segue:
- Germania, per le inondazioni del maggio 2024 nella parte meridionale del paese: 112,1 milioni di euro;
- Italia, per le alluvioni del giugno 2024 in Valle d’Aosta: 4 milioni di euro.
L’assistenza del FSUE coprirà parte dei costi delle operazioni di emergenza e di recupero, compresa la riparazione delle infrastrutture danneggiate, la salvaguardia del patrimonio culturale e lo svolgimento di operazioni di bonifica.
I deputati esprimono la loro “più profonda solidarietà a tutte le vittime, alle loro famiglie e a tutte le persone colpite dalle inondazioni distruttive in Germania e in Italia, nonché alle autorità nazionali, regionali e locali coinvolte negli sforzi di soccorso”, sottolineano il “numero crescente di catastrofi naturali gravi, distruttivi e mortali in Europa” e ritengono che il “bilancio del FSUE o del suo equivalente dovrebbe essere notevolmente ampliato in vista dell’imminente proposta della Commissione sul nuovo quadro finanziario pluriennale”.
Maggiori informazioni sono disponibili nella proposta della Commissione e nel progetto di relazione del PE elaborato dalla commissione per i bilanci da Giuseppe Lupo (S&D, IT).
Contesto
Dalla sua istituzione nel 2002, il FSUE ha mobilitato oltre 8,6 miliardi di euro per 130 catastrofi (110 catastrofi naturali e 20 emergenze sanitarie) in 24 Stati membri (più il Regno Unito) e in quattro paesi candidati all’adesione (Albania, Montenegro, Serbia e Turchia).
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Federico DE GIROLAMO
Addetto stampa PE